
CONCETTO DI SANITA’ E STATO DI GUARIGIONE
La mia personale esperienza di vita vissuta, di studioso e ricercatore estremo, unite all’empirico bagaglio nel monitorare per anni l’essere umano nel contesto socio-quotidiano, mi ha condotto ormai a stabilire con ampia certezza la fondamentale differenza tra il concetto di sanità e invece lo stato di guarigione.
L’uomo è ancora un soggetto misconosciuto, che ha in sé livelli visibili e “invisibili“ di materia costituzionale, pertanto poco esplorato e svelato anche nella sua straordinaria fisicità, ma non interagendo con tale geniale potenziale, tende da sempre al raggiungimento del criterio di salute.
Una vera costrizione e gara con l’ombra incombente della paura, sempre più incessante e sospesa ad un filo come la spada di Damocle.
L’idea e il desiderio di guarigione ci appartengono a livello del DNA, ma uno stato di guarigione presuppone, ipso facto, la pregressa presenza della malattia, cioè quell’informazione genetica e mentale che sancisce da sempre la reale corruttibilità fisica del sistema uomo!
Al concetto di malessere egli si è inchinato e intimamente rassegnato, come ragione inevitabile ed evento naturale della vita.
Tutto il mondo intelligente, scientifico, filosofico, poetico e artistico si identifica e si compie fino ad esistere e a perpetuarsi in quella principale condizione di vivo malessere aspirante alla guarigione.
Ciò ha posto la ragione primaria della esistenza del dio-potere perché, affinché ci sia guarigione, è ovvio che ci debba essere il soggetto da sanare: potere dello stato di guarigione sullo stato di malattia!
Tale equazione è la formula che domina e condiziona da sempre il nostro pensiero, la nostra mente, e i nostri propositi fino alle conseguenti azioni che determinano poi la nostra vita.
Questo potere è radicato oramai da anni nel tessuto connettivo profondo delle nostre convinzioni, e si è espanso a dismisura dal punto di vista storico, sociale, culturale, economico, politico e religioso.
Esso si regge, cresce e prolifica sull’ignoranza, che in questo nostro contesto, è giusto ed esatto tradurre e riportare proprio come ignorare: non conoscere.
L’umanità da millenni s’identifica, si riconosce endemicamente e si racconta attraverso l’usanza tossica e l’abuso dell’idea/stato di malessere a 360°.
Togli alla gente il pathos delle disgrazie, le catastrofi, le guerre, pericoli e incidenti, la forma mentis del “era destinato”, le inaspettate cattive notizie e la contaminazione dei luoghi comuni rispetto agli acciacchi dovuti all’età che avanza, e allora ti accorgi che sempre più spesso non sa cosa dire e cosa fare, avendo perso il linguaggio e le parole, per comunicare al di fuori del sapore appetitoso de la cattiva sorte.
Difatti questo è il suo nutrimento sociale preferito, sul quale in maniera “colta” e macroscopica fa man bassa e dilaga imperterrito e cinico il dio-potere, creando quell’illusione insperata di possibile guarigione, che deve-dovrebbe-ricucire i lembi lacerati di un sistema umano, però sconfitto perché ossidato dalla ignoranza verso le sue alte, sovraumane possibilità Terri-Geni, non sentite come proprie e riconosciute tali, perché orfano dalla notte dei tempi dell’appartenenza alla propria non conosciuta, vera Identità, suo patrimonio biochimico incorruttibile.
A monte di tutto questo ambaradan, questa confusione, vorticoso caos e statico loop rimbalzante in una sorta di isterica intermittenza di spegni/accendi, che però non parte mai, si erge in tutta la sua imperiosa verità l’Idea-Concetto di Sanità, in grado di riequilibrare l’appena detto.
Tale Status Quo, vero assioma propedeutico ad ogni lettura e significato di guarigione, qui non va inteso nel senso teorico, filosofico e/o accademico, seppure nell’ideale astratto della visione medica di Ippocrate.
L’idea di sanità in noi non è semplicemente un concetto, ma la si deve intendere come stato vivo e materico della nostra possibilità fisica, come realtà organica e biochimica di un sistema reale ( aree fisiche inerti o sopite ), per lo più sconosciuto perché non sostenuto da nessun serio insegnamento scolastico, né da una sana realtà educazionale.
Aree sopite che costituiscono una struttura organismica radicata saldamente in noi, e in ragione della riattivazione di queste aree intelligentemente fisiche, nella loro virtuosa chimica vitale frequenzialmente superiore, incomincia ad accendersi tutta la geniale profonda e vera capacità manifesta dell’Intelligenza e della Consapevolezza.
Si, il nostro livello di Sanità è direttamente proporzionale al quid biochimico quantico, sintetizzato e tradotto qui nel binomio Intelligenza/Consapevolezza.
Intanto questo nostro prezioso patrimonio genetico, viene semplicemente liquidato dalla scienza accademica come DNA spazzatura o DNA non trascritto.
Intelligere, composto da intus e legere che significa leggere dentro.
In latino, Intellego = legare insieme, unire dentro, (il nostro sistema organismico suddiviso in frammenti ).
Il Nous umano e divino, termine nel significato originario che si ritrova in Omero, designa la capacità di essere consapevoli al di là delle apparenze.
Consapevolezza quindi,parola che denota un fenomeno estremamente intimo, assai importante. Non è un superficiale essere informati, né un semplice sapere, differenziandosi anche dalla conoscenza, più intellettuale. La consapevolezza è una condizione in cui la cognizione di qualcosa si fa interiore, profonda, perfettamente armonizzata col resto della persona in un Uno, Unitàcoerente che ho qui tradotto col nome di Identità : quel tipo di espressione neurochimica che dà luogo, contenuto e forma nella sua eccellenza, all’etica, alla condotta di vita, e alla disciplina, rendendole autentiche!
Come dire che questa Intelligenza/Consapevolezza dobbiamo intenderla parte di questo nostro legittimo e prezioso corredo di DNA Quantico, che nell’idea della sua riaccensione o ripristino, è capace di agire attraverso quella sua genetica informazione, in grado di apportare nuovi segnali biofrequenziali di ordinamento al nostro datato sistema biologico, non proprio solita espressione di ordine e vitale salute.
“In futuro si potrebbe affermare una medicina di certo completamente nuova, nella quale il DNA può essere riprogrammato con delle parole e frequenze, senza la necessità di prelevare e quindi reintrodurre singoli geni.”
In pratica qui stiamo affermando che il criterio di salute umana è direttamente proporzionale al grado di riemersione e funzione di questa nostra nuova lettura, tutta materica e biochimica, del concetto di sanità. Più verrà ad essere presente in noi e ci apparterrà tale stato funzionale, meno si sarà soggetti all’idea-pensiero degenerativo, e quindi alla malattia.
L’attuale realtà socio-istituzionale però ci impone di perseguire comunque la agognata speranza della guarigione. I tempi sono questi e di certo, tra i mille e attraenti richiami terapici in voga, vi è sicuramente qualche disciplina che contiene in sé – in stato embrionale – il seme, l’idea leale del qui citato concetto di sanità, da svilupparsi nel tempo avvenire.
Possiamo sicuramente affermare, che un giorno la reale evoluzione della razza umana si potrà misurare in ragione della avvenuta appartenenza del Concetto di Sanità qui discussoalla formazione medica e alla conseguente educazione di massa.
Tale stato di sanità sarà inversamente proporzionale all’esigenza di guarigione e quindi alla presenza della malattia.
Mutazione questa che, portata all’estremo più lontano della sua funzionalità, si avvicinerà sempre di più a quell’idea scientifica, o fantascientifica e poetica di “lunga vita” nel senso più stretto della mitica immortalità.
Abbiamo descritto e ipotizzato un prossimo futuro in cui la totale espressione di tale stato, avrà in tal modo dato vita e coniato finalmente “ L’Idea-Uomo del nuovo millennio “: l’Uomo Quantico!.
R&B